Cara Donna,
ero sicura del Suo affetto , tutto racchiuso in quelle righe , ma ti confesso che la parola "Madre" mi ha dato un pò fastidio.
Io , egoisticamente , avrei preferito che avesse iniziato con ... "Mamma".
Vedi , la parola Madre -nel mio intimo- assume il valore di un mondo a cui non è dato a tutti di accedere perchè -nel mio intimo- quella parola si carica di affetti e di armonie....
Allora la gelosia offuscò la mia mente e mi rapì il cuore.
Non ti aveva vista , non ti aveva parlato.
Solo una foto -forse- poteva parlare per te.
Ma non fu tanto questo.
Piuttosto quel continuo ripetere " i miei fratelli , le mie sorelle" , Lui che , per quanto io sapevo , non aveva nè gli uni nè le altre.
Ed alle mie domande , così serrate e pungenti , sul valore dei vincoli e sul concetto di famiglia a cui , nelle sue componenti , esso sottende , contrapponeva quelli di sangue pur non negando , anzi esaltando ed affermando con forza quei legami d'amore sui quali io avevo impostato la Sua Vita.
Così saldi mi apparivano nei discorsi di un tempo , così fragili in quelli di ora.
Ma dove aveva imparato ad essere tanto puntiglioso con le parole e così razionale nel pensiero?.
Ma lo sapeva -Lui- che i nodi di affetto si intrecciano con gli anni allorchè minuti ore e giorni distribuiscono sulle nostre mani il tempo che dovrà ancora farsi ?
Tutto questo doveva saperlo .
Era o non era Mio Figlio?
E allora perchè quel continuo richiamo ad un mondo che non gli apparteneva più?
Perchè quel desiderio così frenetico di ricercare per ritrovarsi in un nucleo che non gli era mai appartenuto?
Allora la gelosia offuscò la mia mente.
E lo fece in modo così sottile insinuante e crudele da impedirmi di leggere le Sue Parole che suggerivano , anzi gridavano , un invito ad essere , mano nella mano , tutt'uno come un tempo:
SI NASCONDE IN UN SORRISO
NEL MIO
NEL TUO
E NON PUOI NEGARE
PERCHE ' I TUOI OCCHI
RACCONTANO UNA STORIA
DI RIMPIANTI
DI SOLITUDINE
TUTTO CIO' E' AFFASCINANTE
LA TRISTEZZA
NASCOSTA IN UN SORRISO
SCOPERTA NEGLI OCCHI
CHE RACCONTANO
UNA STORIA
DI RIMPIANTI
DI SOLITUDINE
SENSIBILE COME IL CALORE
QUANDO IL CALORE
E' UN RESPIRO NEL FREDDO
IMPALPABILE COME IL VENTO
QUANDO IL VENTO
E' SOLITUDINE
QUESTA TRISTEZZA
E' DI FRONTE A TE
NON PER IL GIOCO
MA PER IL DUELLO
NON NEGARE
HAI PERSO TROPPO A LUNGO
LE TUE BATTAGLIE
I TUOI SENTIMENTI
MA TU VUOI
COME IO VOGLIO
RIEMERGERE
LOTTARE
VINCERE
NON RIAFFONDARE
INSIEME NUOTARE
INSIEME SENZA SOSTA
AMARE
Lieve offerta
RispondiEliminaVorrei che la mia anima ti fosse
leggera
come le estreme foglie
dei pioppi, che s’accendono di sole
in cima ai tronchi fasciati
di nebbia -
Vorrei condurti con le mie parole
per un deserto viale, segnato
d’esili ombre -
fino a una valle d’erboso silenzio,
al lago -
ove tinnisce per un fiato d’aria
il canneto
e le libellule si trastullano
con l’acqua non profonda -
Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera,
che la mia poesia ti fosse un ponte,
sottile e saldo,
bianco -
sulle oscure voragini
della terra.
Antonia Pozzi
5 dicembre 1934
Cara Opuntia, finalmente riesco a scriverti e a porgerti la mia «lieve offerta». Quando ho letto per la prima volta questi versi, tanti giorni fa, ho pensato subito a te e alla tua poesia. Leggendo ora i tuoi ultimi post, la trovo ancora molto adatta, se non di più.
A presto, tita
Cara Tita , la tua "offerta" non è stata "lieve" , tutt'altro !! ma non merito tanto specie per quanto riguarda la mia poesia-come Tu gentilmente ed amorevolmente la definisci;la "mia" non mi sembra tanto tale , piuttosto -invece- quei versi o quei pensieri poetici che T. tra una lezione e l'altra -mai seguita- amava scrivere!!!
RispondiEliminaTe lo ricordi? o forse non li avevi mai conosciuti ?
A presto...
Sì, ho avuto la fortuna di leggerne alcuni, anch'io tra una lezione e l'altra, e ne è valsa sempre la pena...
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